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PAOLO CANEVARI

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PAOLO CANEVARI

Reportage sul grande successo di God Year

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Prosegue fino al 31 gennaio 2026 la personale di Paolo Canevari alla Galleria Christian Stein, nella storica sede di Corso Monforte 23 a Milano. Il percorso espositivo ruota attorno al tema del paesaggio, reinterpretato attraverso dipinti realizzati con olio motore esausto e racchiusi da antiche cornici che ne amplificano il contrasto. A dialogare con le tele, una scultura in gomma di pneumatico - altro emblema, insieme all’olio combusto, dell’era capitalistica  - e una tavola lignea rivestita in foglia d’oro, che introduce un’inaspettata nota di sacralità.

“Goodyear” è una ditta americana che produce pneumatici, “God Year” indica un Anno Santo come il 2025, anno giubilare. L’assonanza tra il simbolo dello sviluppo capitalistico e quello della redenzione spirituale sfiora la blasfemia.

Eppure è proprio il tipo di cortocircuito — non solo linguistico — a cui il nostro tempo ci ha abituati: preghiamo per la pace mentre alimentiamo guerre economiche; denunciamo la disumanità dei conflitti indossando abiti cuciti da chi quella disumanità la subisce ogni giorno.

Abituati alla contraddizione e all’assurdo, finiamo per cercare noi stessi il paradosso perché ci è familiare, ma poi ne rimaniamo imprigionati. In questo scenario si colloca God Year, la nuova mostra di Paolo Canevari alla Pinacoteca di Città di Castello, a cura di Lorenzo Fiorucci. Il manifesto lo rende evidente: un corpo nudo incatenato ad uno pneumatico e schiavo di un sistema alienato dal progresso. All’interno dello storico palazzo, le opere amplificano questo contrasto. Una Madonna lignea con un’aureola-pneumatico dialoga con le pitture sacre rinascimentali; tavole dorate che mettono alla prova i limiti della figurazione riflettono i colori intensi degli affreschi manieristi; insegne underground illuminano le sale aristocratiche; una costellazione di camere d'aria ricorda il cielo stellato di antichi affreschi.

Marzo '63: memorie di un ascensore

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Mama, 2000

Un ascensore assume le sembianze di un gigantesco organo riproduttivo femminile, pronto al parto imminente: è Mama (2000). Un’immagine forse destabilizzante, ma è così che Canevari rievoca la propria nascita, avvenuta in un ascensore nel marzo del 1963. L’opera è composta da una grande camera d’aria dalle curve morbide e contratte al tempo stesso, che l'artista colloca di volta in volta in scenari differenti: una cappella, dove sembra incorniciare un’antica Madonna con Bambino, oppure una sala vuota, in cui un uomo nudo è legato a un simbolico cordone ombelicale.

Tutte le strade portano a Roma

Burning Colosseum, 2006 

Burning Colosseum: un Colosseo di gomma arde tra le fiamme . Non è un gesto di mera distruzione, ma una scena teatrale in cui l'opera appare come un commediante del teatro latino, e Roma il suo palcoscenico. Così, al Cimitero Acattolico, camere d’aria diventano corone mortuarie che, sgonfiandosi, sembrano esalare un ultimo respiro (Last Breath, 1999). Nel Foro Romano, pneumatici ribattezzati come grandi condottieri si dispongono in una sorta di processione immobile (Popolo di Roma, 2000).

Monumenti della Memoria

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Black Pages (Monuments of the Memory), 2019

Monumenti della Memoria è un ciclo avviato nel 2011 e composto da opere eterogenee: teche di vetro vuote, tavole dorate, monocromi neri, paesaggi in olio combusto. Qui l’immagine - o la sua assenza - è testimonianza e al contempo cancellazione di ciò che è stato. In Black Pages, una pagina de L’Unità del 1964, dedicata alla scomparsa di Palmiro Togliatti, è racchiusa in una cornice barocca e oscurata dall’olio motore esausto, simbolo della nostra tendenza a sovrascrivere la storia.

«Non posso fingere di essere innocente»

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Ho fame, 2020

Museo del Novecento di Firenze & OFF

Le provocazioni di Canevari entrano nello spazio urbano con Ho fame (Firenze, 2020), un’installazione in cui un grido d’aiuto imbratta il parabrezza di una Rolls Royce. L’opera nasce dai cartelli dei senzatetto che ha raccolto per anni, trasformati in un gesto pubblico che ne evidenzia la drammaticità. «Non posso fingere di essere innocente», afferma Canevari, riconoscendo la propria responsabilità di fronte a una realtà segnata dall'ineguaglianza e da una diffusa indifferenza.

Il gioco più serio del mondo

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Swing, 2005

Patong Beach, Thailandia

L'assurdità del potere

ThANKS, 2009

Galleria Christian Stein, Milano

Carri armati di gomma e una bomba travestita da strobosfera, svuotati della loro gravità, trasformano la Galleria Christian Stein in «un ambiente da delirio, a metà tra un bombardamento notturno e un night-club, che attesta la complementarietà tra le reciproche idiozie oscillanti con la stessa attitudine tra strage e divertimento» (G. Celant, 2010). Così i simboli del potere appaiono in tutta la loro assurdità, al contempo affascinanti e inquietanti.

Nel 2005 Patong Beach in Thailandia si trasforma in un parco giochi, ma con delle altalene inusuali. I bambini si dondolano su degli pneumatici che recano ognuno il nome di una religione. È un gioco di ruolo. Ogni ragazzo impersona un fedele - il cattolico, il protestante, il musulmano, l’ebreo, il buddista - e, con genuina spensieratezza, si diverte con una delle cose più serie nel mondo degli adulti, quella per cui si inneggia alla vita e si scatenano guerre: la fede.

Colosso, 2002

Galleria Christian Stein Milano

La performance Colosso (2002) si svolge durante l’inaugurazione dell'omonima mostra alla Galleria Christian Stein di Milano, dove Paolo Canevari sostiene sulle spalle uno pneumatico inciso a forma di Colosseo. La postura è volutamente innaturale: l’artista si trasforma in una cariatide vivente costretta a reggere il peso di un simbolo storico divenuto residuo industriale. Con il passare delle ore la fatica diventa evidente e alcuni visitatori, colti da empatia, rompono la distanza imposta dalla performance e si avvicinano per offrirgli aiuto.

Seed, 2004
New York City

Seed (2004) nasce sul tetto della casa newyorkese di Paolo Canevari, in Grand Street, dove l’artista lancia in aria il cartonato di una bomba, mantenendola in asse con il proprio corpo. Le fotografie di quel gesto sono poi diventate una serie limitata di manifesti da affiggere per le strade di New York. L’affissione non autorizzata portò al suo arresto, confermando come l’azione artistica, quando invade lo spazio pubblico, possa trasformarsi in un confronto diretto con la realtà che intende mettere in discussione.

To my students, 2025

Litografia Bulla, Roma

Docente all’Accademia di Belle Arti, Canevari ha affidato la propria pelle a tredici studenti, che hanno ricoperto il suo braccio destro di tatuaggi. I disegni, disposti come per comporre una “mappa delle relazioni umane”, sono stati riportati su pietra e riprodotti su carta in tiratura limitata. Inoltre, To My Students (2025) diviene una performance: coperto da un sipario nero, Canevari mostra solo il braccio tatuato, trasformandolo in un vero e proprio “corpo docente” condiviso, simbolo di un legame indelebile e collettivo tra Maestro e allievi.

Video

Letture essenziali

Nothing From Nothing

Danilo Eccher

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Pubblicato in occasione della mostra personale Nothing From Nothing al Museo MACRO di Roma (25.05 – 30.09.2007), il volume raccoglie contributi di Klaus Biesenbach, Danilo Eccher, Alanna Heiss e Chrissie Iles.

Electa, 2007

ISBN 9788837051839

Nobody Knows

Germano Celant

Germano Celant firma un’ampia retrospettiva sul lavoro di Paolo Canevari in questo catalogo, realizzato in occasione della personale Nobody Knows al Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (20.03 – 01.08.2010).

Electa, 2010

ISBN 9788837076030

Manuale per giovani artisti

Paolo Canevari

Docente all’Accademia di Belle Arti, Canevari raccoglie in questo volume una serie di consigli e osservazioni pratiche sul sistema dell’arte, pensati per orientare — senza sconti né retorica — chi muove i primi passi come giovane artista.

Dario Cimoreli Editore, 2024

ISBN 9791255610854

Collaborazioni letterarie

I tacchini non ringraziano

Andrea Camilleri, Paolo Canevari

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Andrea Camilleri raccoglie una serie di racconti dedicati agli animali. Ogni animale sembra intuire la logica degli esseri umani e, a modo suo, usarla o contrastarla con strategie vincenti: dalla dignità dei tacchini alla discrezione di un serpente. Camilleri, però, ci ricorda anche che forse il mondo è ormai troppo duro perché la bellezza degli animali trovi davvero spazio. Le illustrazioni di Canevari accompagnano le storie con la stessa spietata eleganza: linee essenziali, mai consolatorie, che amplificano il cinismo affettuoso di Camilleri senza addomesticarlo.

Salani Editore, 2018

ISBN: 8893816156

Bocca mia taccio

Paolo Canevari, Luca Succhiarelli

“Bocca mia taccio” nasce dalla collaborazione tra Paolo Canevari e il poeta Luca Succhiarelli. Il volume riunisce trentanove poesie accompagnate da opere tratte dalla serie Monumenti della Memoria, in cui Canevari lavora sulla forma come principale veicolo di significato e sul potenziale immaginativo dello spettatore. I testi di Succhiarelli, eredi tanto della lirica antica quanto delle avanguardie del Novecento, alternano ritmo giocoso e raccoglimento, spaziando dall'ironia all'impegno civile. Immagini e testi procedono affiancati senza sovrapporsi, lasciando il lettore libero di costruire la propria interpretazione.

Silvana Editoriale, 2021

ISBN: 9788836649730

Video interviste

Quel museo di arte contemporanea sulle colline di Amelia

Un antico rudere sui colli di Amelia, un tempo proprietà del maresciallo Diaz, diventa negli anni ’80 la casa di famiglia dei Canevari, acquistata dal padre dell’artista quando era poco più che una rovina. Nella video-intervista Paolo Canevari ci guida all’interno di quella che oggi è una residenza completamente trasformata: un luogo di lavoro e di sperimentazione, dove ogni spazio riflette il suo modo di pensare l’arte in un perfetto equilibrio tra memoria, provocazione e cupa ironia.

Gli ambienti interni presentano arredi progettati dall’artista e realizzati da artigiani umbri: un comò ispirato alla lupa romana, sedie intagliate come piccoli Colossei e vasi ottenuti con la tecnica dei buccheri etruschi. 

Nel grande laboratorio al piano terra, poi, troviamo traccia di tutta la ricerca di Canevari: dalla riflessione sulla dimensione religiosa alla critica sociale, dalla ripresa della tradizione alla lavorazione di materiali moderni o inusuali. Tra questi ultimi, gli arrugginiti tubi della ditta Innocenti, assemblati nella grande scultura Innocenti  (parte del ciclo Monumenti della Memoria, 2022). Un omaggio alle vittime sul lavoro, ma anche una riflessione sulla rappresentazione e sulla possibilità di rendere monumentale ciò che appartiene alla quotidianità più dura.

Materia Oscura

La grande mostra a Palazzo Collicola

Decalogo

Un progetto alla Calcografia Nazionale, Roma

Incontro con Paolo Canevari

TalkingArt. Voci del Contemporaneo

Il mestiere delle arti

Accademia di Belle Arti di Urbino

GALLERIA CHRISTIAN STEIN
Corso Monforte 23, Milano - T. +
39 02 76393301 - info@galleriachristianstein.com

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